Paesaggio e territorio
2008 Parco Regionale della Maremma
Redazione del piano del Parco Regionale della Maremma, ai sensi dell’articolo 13 della Legge Regionale n. 24/94 e successive modifiche.
Situato nella Toscana meridionale, a metà strada fra Firenze e Roma, il Parco Regionale della Maremma, istituito nel 1975, costituisce una delle prime aree naturali protette realizzate in Italia e la prima in Toscana. Un “parco-pioniere” della prima generazione, che ha vinto con successo la sfida della conservazione della natura, fungendo da modello per tanti altri parchi naturali. Si tratta di un’area costiera a forte caratterizzazione mediterranea, ma con un’ampia varietà di ambienti. Il nuovo Piano del Parco contiene non solo le politiche e le decisioni riguardanti l’assetto e lo sviluppo del territorio, ma anche l’organizzazione e la creazione di servizi e strutture necessari al parco e le modalità di uso-gestione delle risorse ambientali.
DOVE
Provincia di Grosseto, Toscana-Italia.
QUANDO
2001-2008
CHI
Progettisti / Coordinamento Generale prof. arch. Lorenzo Vallerini, Università degli Studi di Firenze, Geologia dott. Rossano Mastacchi, Botanica e Selvicoltura dott. Paolo Stefanini, Zoologia dott. Andrea Sforzi, Agronomia e Uso del Suolo dott. Marco Mencagli, Beni storico-architettonici e archeologici geom. Beatrice Antoni e arch. Lucia Poli, Urbanistica prof. arch. Lorenzo Vallerini, arch. Cesare Salvestroni, Patrimonio edilizio, infrastrutture e servizi arch. Barbara Fiorini, Pianificazione del paesaggio prof. arch. Lorenzo Vallerini, Cartografia e Sistemi informatici arch. Cesare Salvestroni, arch. Ilaria Spinicchia.
Responsabile del Procedimento arch. Enrico Giunta, Parco Regionale della Maremma, Alberese (Gr), Consigliere Delegato arch. Cecilia Luzzetti, Parco Regionale della Maremma, Alberese (Gr)
Committenti/ Ente parco regionale maremma
COSA
Dati Intervento/ 9.000 ettari
Il nuovo Piano si è posto come primo obiettivo quello di un coordinamento tra strumenti di pianificazione a scale diverse come elemento fondamentale per la riuscita del Piano stesso e come integrazione tra governi locali e Ente Parco e, parallelamente, quello di favorire le connessioni ecologico-paesistiche tra area parco, aree contigue e territori limitrofi per affrontare gli intrecci tra problemi di tutela interni al parco e modalità d’uso delle aree esterne, per sviluppare il Parco come fulcro centrale di un sistema di zone tutelate-protette a vario titolo, per pianificare il parco come parte integrante dei paesaggi e degli ecosistemi circostanti.
Il lavoro per il piano è stato svolto in tre distinte fasi:
- una prima fase conoscitiva, che si è basata soprattutto su dati esistenti per tutto l’ambito territoriale oggetto del piano, con produzione di una documentazione inerente la raccolta di studi, ricerche e progetti esistenti o previsti per l’area parco;
- una seconda fase di analisi-sintesi, in cui la ricerca è stata espletata sul campo ed è stata finalizzata alle valutazioni di settore e alla sintesi interdisciplinare per la definizione delle unità ecosistemiche e degli elementi di contrasto, ovvero la valutazione delle unità ecosistemiche individuate in classi di sensibilità specifica relative a determinati fattori di stress come inquinamento, sviluppo insediativo, infrastrutture, attività turistico-ricreative, ecc. e la definizione delle azioni necessarie all’eliminazione, limitazione o mitigazione degli stessi stress.;
- una terza fase di piano, che ha definito le specifiche zone e le relative norme di attuazione, il regolamento, gli elementi-aree da assoggettare a politiche di conservazione attiva e i progetti di intervento e recupero.
Il Piano, anche sulla base delle indicazioni emerse da un processo di partecipazione pubblica Agenda 21 Locale (2003), da una parte, indica i modi coordinati di disciplina delle attività sul territorio, dall’altra, le politiche di intervento e di gestione rivolte a conseguire gli obiettivi per la tutela attiva, la ricreazione, le attività di ricerca ed educazione ambientale, ecc. Nel Piano sono contenute non solo le politiche e le decisioni riguardanti l’assetto e lo sviluppo del territorio (le destinazioni d’uso per il patrimonio edilizio, l’agricoltura, la rete viaria e dei trasporti pubblici, i vincoli paesaggistici, archeologici, monumentali ecc.), ma anche l’organizzazione e la creazione di servizi e strutture necessari al Parco e, infine, le modalità di uso-gestione delle risorse ambientali. Così strutturato il Piano dovrebbe raggiungere il suo obiettivo fondante, ovvero quello di una conciliazione tra modalità di tutela e di crescita delle occasioni di sviluppo tramite politiche di conservazione della natura e sviluppo sostenibile che debbono trovare modalità di integrazione nel parco, per una migliore applicazione delle azioni di conservazione e di restauro-recupero delle aree in crisi, unitamente a forme di concertazione/consultazione con le istituzioni e gli altri organi rappresentativi delle comunità locali.